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Fondo Minissi

  
Notizie sul possessore

Franco Minissi nasce a Viterbo il 12 aprile 1919 ma già pochi anni dopo la sua nascita la famiglia si trasferisce a Roma. Le modeste condizioni economiche della famiglia, costringono il dodicenne Franco ad iniziare a lavorare presso un laboratorio orafo per potersi mantenere agli studi; conseguita la maturità artistica, si iscrive alla facoltà di architettura dell’Università di Roma, presso la quale si laurea brillantemente nel 1941. Al termine del secondo conflitto mondiale, viene chiamato da Bruno Zevi al sottosegretariato alle Belle arti e spettacolo e, alla fine degli anni Quaranta, inizia a lavorare presso l’Istituto Centrale del Restauro, presidente Cesare Brandi.

 Con Brandi, Minissi inizia l’attività vera e propria nell’ambito del restauro e dell’allestimento museografico: a questo periodo (1950-52) risalgono l’intervento sulle porte scolpite della città ittita di Karatepe ed il restauro delle mura difensive greche presso Capo Soprano. Tra il 1953 e il 1960 intraprende il rinnovo degli allestimenti del Museo nazionale archeologico di Villa Giulia, per incarico di Guglielmo De Angelis d’Ossat ed in collaborazione della Soprintendenza alle Antichità e Belle Arti dell’Etruria meridionale.

Tra il 1954 e il 1955 si trova presso la sua città natale, Viterbo, per lavorare all’allestimento del Museo civico e della Pinacoteca nel convento dei cappuccini presso la chiesa di S. Maria della Verità.

Negli anni Cinquanta e la prima metà del decennio successivo, l’attività di Minissi si svolge in modo particolare in Sicilia, dove cura la sistemazione di numerosi siti archeologici e la messa in opera di strutture museali per conto delle istituzioni locali: a Gela, oltre a Capo Soprano sulla costa, lavora al Museo nazionale archeologico, ad Agrigento al  Museo diocesano e  complesso museale presso la chiesa di S. Nicola nella Valle dei Templi, a Palermo al restauro della chiesa del Ss. Salvatore per il quale vince il premio nazionale Inarch nel 1969. Ancora in Sicilia, a Piazza Armerina, tra il 1957 e il 1963 si occupa dell’intervento di protezione e musealizzazione dei mosaici pavimentali in marmi policromi della villa romana del Casale.

Il 1960, anno della XVII Olimpiade, vede impegnato Minissi a Roma nell’ allestimento della mostra “Lo sport nella storia e nell’ arte” svoltasi presso il Palazzo delle Scienze dell’Eur; sempre nella capitale, tra il 1960 ed il 1962 lavora alla sistemazione di alcune sale del palazzo del Ministero delle Finanze da destinarsi a sede del Museo nazionale della Zecca italiana.  Negli anni Sessanta il lavoro porterà Minissi un'altra volta in Sicilia: dal 1960 al 1965 cura infatti l’allestimento del Museo Pepoli nel convento dell’Annunziata presso la cattedrale, in provincia di Trapani, e a Mazara del Vallo si occupa dell’intervento di ricostruzione dell’abbazia di S. Nicolò Regale.

Nuovamente in Sicilia avranno luogo la maggior parte degli interventi realizzati negli anni Settanta e Ottanta:il restauro della chiesa di S. Maria dei Greci, l’Antiquarium di Himera, il parco archeologico di Selinunte e i Musei archeologici di Enna e Caltanisetta; in quegli stessi anni Franco Minissi opera anche, in Italia e all’ estero, per conto dell’UNESCO.

Contemporaneamente all’ attività di restauro si occupa, negli stessi anni, di allestimenti di mostre temporanee tra cui quella dedicata a Renato Guttuso a Castel Sant’ Angelo e quella sull’ attività di Jakcson Pollock svoltasi a Palazzo Venezia. Assistente volontario presso la facoltà di architettura di Roma già dal 1945, Franco Minissi esercita anche l’attività di insegnamento prima a Firenze presso l’Università internazionale dell’ arte e poi, dal 1974, alla facoltà di Architettura di Roma dove diviene titolare del corso di restauro dei monumenti e, in seguito, docente del corso di allestimento e museografia.

Muore a Bracciano il 25 agosto del1996.

Data e modi di acquisizione del fondo

Il lascito avviene, nella primavera del 2016, , per volontà del figlio Matteo : il desiderio  è di favorire gli studenti nella conoscenza attraverso la donazione di parte della biblioteca privata del padre così come avrebbe desiderato Franco Minissi che tanta passione aveva profuso nell’insegnamento.

Indicizzazione del fondo

Il fondo è inventariato e catalogato in formato elettronico secondo gli standard nazionali e internazionali e acquisito in Opac SBN locale nazionale.

Accessibilità al fondo

Tutto il materiale catalogato, circa 300 unità bibliografiche costituite in gran parte da monografie che vanno dai primi anni sessanta ai primi anni novanta e da alcune annate di riviste nazionali ed internazionali, è riunito sotto la segnatura: Fon Min

La donazione è consultabile al seguente link: Fondo Minissi

Periodici Minissi

 

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